Ciò che l’Italia sta vivendo in questo periodo è una grande prova generale di come alcuni paradigmi classici dell’organizzazione delle imprese siano ormai superati.
E’ diventato di uso comune il termine smart working, per indicare un trasferimento della propria postazione lavorativa dall’azienda alla propria abitazione.
In realtà quello che stiamo osservando è più vicino al telelavoro che al vero smart working. Il lavoro agile non dovrebbe avere orari, né luoghi di svolgimento prestabiliti, dovrebbe solamente garantire la possibilità di ottenere quello che l’azienda chiede ovvero: il risultato. Il telelavoro invece prevede una postazione fissa e il rispetto di orari stabiliti.
Per quello che riguarda i commercianti, si è vista un’impennata dei servizi cosiddetti home delivery, ovvero la consegna a domicilio di svariati prodotti a seguito di ordinazioni e pagamenti on-line. Le consegne a domicilio non sono certo una novità, ma solo in pochi prima di questo evento avevano pensato di proporre anche questo servizio alla propria clientela. La curiosità è che anche la GDO è stata colta impreparata dall’ondata improvvisa di ordinazioni tant’è che spesso si scopre che i cosiddetti slot liberi per le consegne sono anche a due o tre settimane dall’ordine.
Le microimprese, comprese la nostra BONSAITO hanno saputo organizzarsi rapidamente. Dalla necessità di sopravvivenza si può ridisegnare una nuova era per le attività di vicinato. Sono nati degli aggregatori di attività, i marketplace, luoghi virtuali dove l’utente può ricercare il bene desiderato e farselo consegnare dal negozio di zona, in questo modo si supporta anche l’economia locale che altrimenti verrebbe schiacciata dai grandi player internazionali.
La modalità per farsi conoscere passa attraverso i siti web, i marketplace, i social network e i servizi di messaggistica.
In questo caso si può parlare di smart working poiché l’obiettivo principale ovvero la vendita, viene espletata in pochi passaggi, non nel luogo fisico del negozio, ma ovunque. Per mantenere e fidelizzare un cliente, servono anche altre attenzioni oltre alla vendita diretta. Bisogna trasmettere l’amore e il valore del proprio lavoro. E inoltre bisogna essere sinceri.
Attraverso un rapporto a distanza potrebbe sembrare più difficile, ma in realtà non lo è perché bisogna imparare a utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione per trasferire la nostra passione. Probabilmente oggi la clientela è più propensa ad accettare una comunicazione a distanza finalizzata all’acquisto, rispetto a prima.
Oggi lavorare a distanza è una realtà facilmente praticabile con i mezzi che usiamo abitualmente come ad esempio il telefonino. Possiamo ad esempio farci video chiamare da un cliente e proporgli un prodotto desiderato, senza che lui venga fisicamente in negozio. Il cliente può vederlo, anche nel dettaglio e fare delle comparazioni con altri articoli simili. I pagamenti sono facilmente eseguibili attraverso semplici applicazioni ormai di uso comune come Satispay o Pay Pal.
Io sono convinto che l’eredità di questa drammatica sciagura, per chi saprà coglierla sarà la capacità di ridisegnare il proprio business o parte di esso per sfruttare le aperture di un nuovo mercato.